Per il secondo anno, l’AVIS Regionale del Piemonte ha organizzato un Convegno nazionale nella spettacolare cornice del Castello di Grinzane Cavour.
L’importanza dei temi trattati, così come il livello dei relatori, era evidente già dal programma, ma i contenuti hanno superato le già alte aspettative dei numerosi partecipanti.
Il Presidente regionale dell’AVIS Piemonte, Giorgio Groppo, ha aperto i lavori ricordando l’obiettivo di fare del Convegno un momento di riflessione e confronto, proprio nel momento in cui si sta lavorando al nuovo piano sangue europeo dove l’Avis vuole dire la sua, in particolare evidenziato l’importanza dell’eticità e gratuità della donazione di sangue.
Dopo i saluti del Senatore Zanonetti, l’intervento del dr. Stefano Fontana ha portato l’attenzione sui contenuti e gli elementi principali delle “Good practices” valide in tutta europa per la raccolta di sangue ed emoderivati.
Il dr. Pasquale Colamartino, nel suo intervento sull’autosufficienza di plasma e farmaci plasmaderivati ha voluto porre in evidenza la complessità e le criticità della situazione nella prospettiva del raggiungimento dell’autosufficienza anche nella raccolta di plasma. Colamartino ha poi portato l’accento sulle conseguenze delle diverse possibili scelte derivanti dai diversi accordi regionali in tema di lavorazione e autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali emoderivati.
Nel suo breve saluto il Consigliere regionale Paolo Alemanno ha ricordato la necessità di un parallelo adeguamento di strutture pubbliche e associazioni per mantenere la sostenibilità del sistema italiano.
Con gli interventi incrociati del dr. Giorgio Gandini e del dr. Vincenzo Saturni si è tornati a rivedere e approfondire le specificità positive del sistema trasfusionale italiano, in primis la gratuità della raccolta, anche in confronto con situazioni diverse, ma anche la necessità di adeguare il nostro sistema ad esigenze e vincoli delle strutture di raccolta, ponendo l’accento sulla programmazione. Saturni ha poi evidenziato come un sistema basato sul volontariato produca effetti e ritorni positivi anche dal punto di vista economico.
L’Assessore alla Sanità Antonio Saitta ha posto al centro del suo saluto il quadro del sistema sanitario – che nel 2018 ha raggiunto i 40 anni di vita – sia a livello nazionale che nelle specificità regionali sottolineando le criticità legate a gestione e qualificazione del personale e alla limitata disponibilità di risorse. Ha poi contrapposto il rischio di passare da un sistema pubblico ad uno sempre più privato con l’importanza del sostegno al sistema pubblico nei suoi portati di rispetto dei principi di universalità e solidarietà.
La mattinata è stata chiusa dalla relazione del dr. Pierluigi Berti, Presidente della SIMTI, che è ritornato in modo strutturato e analitico, sulle Good Practices Guidelines evidenziandone gli elementi valoriali in termini di sistema e nelle conseguenze pratiche di norme da applicare. Berti ha poi evidenziato come il SIMTI, da parte sua, si sia allineato e impegnato anche nelle proprie attività formative per la piena comprensione delle GPG e facilitarne la adozione nei diversi contesti medici.
Il pomeriggio si è aperto con il vivace intervento di Adalberto Biasiotti, dedicato agli adempimenti associativi legati alla tutela dei dati personali alla luce della normativa europea GDPR. Biasiotti ha ripercorso il rapporto con il donatore nei vari momenti critici dal punto di vista di acquisizione e gestione dei dati personali anche per ottenere una maggiore efficacia del rapporto con il donatore stesso, concludendo poi con il ricordare i principali adempimenti a carico delle singole comunali.
L’ampia tavola rotonda coordinata dalla dott.ssa Rosa Chianese e centrata sul tema “Quale futuro per il nostro sistema trasfusionale ha poi impegnato i discussant, Alberto Argentoni (AVIS Nazionale), Pasquale Colamartino (SRC Abruzzo) Danilo Medica (Kedrion), dr.ssa Simona Carli (SRC Toscana), Vanda Randi (SRC Emilia Romagna e SIM.TA Bologna), dr. Roberto Ravera (UDR Avis Arnaldo Colombo).
La difesa del sistema pubblico, la ricerca dell’autosufficienza e le azioni concrete per realizzarla, è stata al centro degli interventi di Randi e Carli. Colamartino ha evidenziato le specificità e rigidità del sistema dei centri di lavorazione in un contesto di centri di raccolta misti pensati per gli operatori e non per migliorare il rapporto con il donatore.
Danilo Medica ha presentato un quadro della realtà di Kedrion, multinazionale italiana e fortemente impegnata a rimanere in Italia, evidenziando come al di là dei modelli di raccolta, all’industria interessi la qualità della “materia prima” plasma. Medica ha poi affermato che se il modello Italia fosse replicato a livello internazionale, non vi sarebbe necessità di raccolta privata e a pagamento di plasma.
Ravera ha portato il racconto della esperienza concreta di gestione dell’Unità di raccolta associativa e delle sue difficoltà.
Argentoni ha ricordato le esigenze del ricambio associativo ma anche di riuscire a realizzare un sistema associativo che sostenga i propri valori della gratuità del dono con l’efficienza operativa.
Il dibattito ha visto un confronto aperto fra tutti i discussant anche sui tempi di adeguamento dei modelli in essere
Il tema delle risorse è stato al centro di nuovi interventi anche di Bruno Piazza, Responsabile della Intercomunale Arnaldo Colombo, e della replica della dott.ssa Chianese che ha evidenziato come risorse aggiuntive possano essere ottenute con l’incremento dell’efficienza. Infine da più parti si è ricordata la necessità di sviluppare sistemi informativi integrati e di una condivisione delle informazioni che porterebbero anche a una condivisione e standardizzazione dei processi con recupero complessivo di efficienza.
I lavori sono stati chiusi dall’intervento del Presidente AVIS Nazionale Gianpietro Briola che ha visto nel convegno un momento di condivisione e di svolgimento di un percorso di cambiamento dell’AVIS che deve essere definito anzitutto all’interno dell’Associazione. E’ l’AVIS che deve fissare i propri paletti e le regole per se stessa prima di portare richieste all’esterno.
Briola ha poi espresso apprezzamento per i principi ricordati da Saitta dell’importanza del sistema pubblico pur nella consapevolezza dei suoi attuali limiti quali la carenza di personale medico. Briola ha concluso da una parte ribadendo la necessità per le strutture associative di perseguire e ricercare efficienza ed economicità gestionale, dall’altro ricordando la difficile composizione del nostro sistema sanitario, sommatoria di regioni con propri spazi di autonomia in cui è evidente una carenza di governance. La armonizzazione e una rete nazionale di CRS che scambino informazioni e processi aiuterebbe a fare passi in avanti.
Con questa conclusione il Convegno ha idealmente passato la parola alla Conferenza programmatica AVIS nazionale del 10-11 novembre. Il percorso dell’AVIS continua.